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giovedì 28 dicembre 2017

Capodanno e tradizioni!




Tradizioni del Capodanno 
Una delle tradizioni legate a questa festa è quella del vischio, quindi baciarsi sotto il vischio è considerato segno di buon auspicio. A mezzanotte, come brindisi speciale, il bacio sotto al vischio con la persona amata vi porterà amore per tutto l’anno. Il vischio è una pianta benaugurale che dona prolificità sia materiale che spirituale. I fuochi d’artificio, inventati in Cina intorno all’ottavo secolo dopo Cristo sono un’altra tradizione, servivano a scacciare gli spiriti maligni. Sempre dall’antica Cina arriva anche l’usanza di indossare qualcosa di rosso per celebrare l’inizio dell’anno nuovo. Secondo la tradizione cinese, infatti, il rosso è il colore che spaventa Niàn, la bestia divoratrice che, proprio a Capodanno, esce dalle profondità marine per nutrirsi di carne umana. Ma il rosso era considerato di buon auspicio anche nella Roma imperiale: durante le celebrazioni per il nuovo anno, infatti, le donne si vestivano di porpora, il colore del coraggio, della passione, del potere e della fertilità. 
Questa tradizione continua anche oggi: si tratta di un modo per attirare i buoni auspici per il nuovo anno. Per il cenone dunque è d’obbligo un capo di biancheria intima di colore rosso, è diventato un auspicio di fortuna per il nuovo anno.
Un’altra tradizione benaugurante è poi quella di lasciare le finestre aperte alla mezzanotte oppure di gettare le cose vecchie per far spazio ai nuovi progetti. In passato, in Italia e non solo, tanti decidevano di portare a termine questo rito propiziatorio addirittura buttando oggetti ormai inutili dal proprio balcone.

E in cucina non possono mancare le lenticchie, che per la loro forma ricordano le monete, quindi mangiarle porterà  benessere e ricchezza.


mercoledì 20 dicembre 2017

Lavoretti di Natale!



Ecco descrivo qualche lavoretto prodotto con i bambini in occasione del Natale. 
La prima è una sfera per l'albero realizzata con la tecnica del decoupage, in particolare con il tovagliolo.
La sfera, formata da due semisfere, si colora all'interno tamponando quella posteriore con una spugnetta con colore tenue. La parte che deve andare sul davanti, dove si dovrà incollare l'immagine, si deve colorare solo in periferia. Ritagliare l'immagine, togliere tutti gli strati posteriori ed incollare solo lo strato con l'immagine, usando la colla adatta e tamponando delicatamente per togliere le eventuali bolle. Chiudere la sfera con un filo di colla e ricoprire la giuntura con una passamaneria. Decorare, a piacere l'esterno con porporina a piacere. Aggiungere nastri o fiocchi a piacere in alto.

Piccoli decori di das realizzati con formine e decorati a piacere!

Piccola sfera in plexiglas. 
Colorare all'interno solo la parte posteriore ed introdurre, a piacere un Babbo Natale, un alberello, un angioletto, un Bambinello, aggiungere un po' di porporina e richiudere le semisfere. Sulla giuntura incollare una passamaneria, o, come in questo caso, un cordoncino dorato.
Guarnire a piacere.



Piccolo presepino in das, la sacra famiglia realizzata stilizzata con corallini e perline.


Poesie di Natale!

Poesie di Natale
Ho fatto una piccola ricerca tra le poesie di Natale, adatte ai più piccini ed ai più grandicelli.

Gesù piccolino,
più piccolo di me,
mio biondo fratellino,
mi vuoi vicino a te?
lo starò zitto e cheto,
lieto di guardarti un pochino.

Ma come? ...Senza culla? ...
Sulla paglia a dormire? ...
Senza coperta e nulla!...
Ma ti farà morire!
Senti, nel mio lettino 
un po' di posto c'è ...
Oh, fratellino mio,
vieni a dormir con me!


Poesia di Natale 
di Rosa Agazzi 
Alla mamma e al papà
Il giorno di Natale 
è il giorno dei bambini,
dimenticate dunque
se fummo birichini!
Io dico insieme all’Angelo 
a mamma ed a papà:
- Sia pace in terra agli uomini
di buona volontà ! -
E poi dico con l’anima 
al piccolo Gesù:
- A diventare buono.
aiutami un po’ tu !

Lo zampognaro
Se comandasse lo zampognaro
che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento

un albero fiorito
di stelle d'oro e d'argento.
Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso,
tutti i doni sognati,
più uno, per buon peso.
Se comandasse il pastore
dal presepe di cartone
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?
Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino.
Sapete che cosa vi dico
io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
accadranno facilmente;
se ci diamo la mano
i miracoli si fanno
e il giorno di Natale
durerà tutto l'anno.

Gianni Rodari

Natale 
Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle
Lasciatemi così 
come una cosa posata
in un angolo
e dimenticata

Qui
non si sente altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro capriole
di fumo del focolare 

Giuseppe Ungaretti

domenica 17 dicembre 2017

Leggende di Natale




Perché l’abete è un sempreverde 
Da parecchie settimane gli uccellini erano partiti. Era rimasto solamente un crociere, perché aveva un'ala spezzata e non poteva volare.
Quando guarì e uscì dal nido, si accorse che ormai faceva freddo. 
Allora cercò riparo tra i rami della betulla.
Ma la betulla lo scacciò.
Il piccolo crociere volò via e domandò riparo al salice, ma
anch'esso lo scacciò.
Scoraggiato, l'uccellino si rivolse a un abete:
Proteggimi tu! - supplicò.
L'abete ebbe compassione e rispose:
Scegliti un riparo tra i rami e cerca fra le pigne. 
C'è ancora qualche seme.
Il crociere lo ringraziò e si stabilì sul grande albero.
Passò qualche giorno. Una notte cominciò a soffiare il vento gelido del Nord.
Soffiò sulla betulla e sul salice. 
Essi rabbrividirono e perdettero le foglie. 
Ma rispettò l'abete, perché era sempre stato gentile verso il crociere. 
Per questo l'abete conserva i suoi aghi sempre verdi per tutto l'inverno. 

Leggenda sulle origini dell’albero di Natale
Una leggenda narra di un taglialegna, che mentre faceva ritorno a casa in una notte fredda e ghiacciata, ma illuminata dalla luce della luna splendente, si trovò di fronte agli occhi un meraviglioso spettacolo: grazie alla luna, attraverso i rami di un pino ricoperti di ghiaccio, si potevanoammirar le stelle che brillavano. L'uomo rmeravigliatoda quella visione e volle riprodurre qualcosa di simile da poter mostrare alla moglie che lo aspettava in casa, così tagliò un piccolo pino e lo decorò ricoprendolo di 
Leggenda sulle origini dell’albero di Natale
Una leggenda narra di un taglialegna, che mentre faceva ritorno a casa in una notte fredda e ghiacciata, ma illuminata dalla luce della luna splendente, si trovò di fronte agli occhi un meraviglioso spettacolo: grazie alla luna, attraverso i rami di un pino ricoperti di ghiaccio, si potevano ammirar le stelle che brillavano. L'uomo restò meravigliato da quella visione e volle riprodurre qualcosa di simile da poter mostrare alla moglie che lo aspettava in casa, così tagliò un piccolo pino e lo decorò ricoprendolo di candeline e tanti nastrini bianchi, come per rappresentare le stelle, la neve e il ghiaccio che aveva ammirato grazie al pino ghiacciato. L'albero così bello e candido piacque tanto alla moglie e a tutta la gente del paese, grandi e piccini, tanto che in ogni casa decisero di farne uno uguale ed ogni casa ebbe così il suo albero di Natale.



Ecco la leggenda dell’agrifoglio
Un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli araldi apparvero annunciando la lieta novella della nascita di Gesù.
Così il bimbo con i pastori si misero sulla via di Betlemme per andare a rendere grazia al divino bambino. Lungo la strada l’orfanello intrecciò una corona di rami d’alloro per il piccolo bambino. Quando la depose davanti al Bambino, la considerò indegna, il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere.
Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell’orfanello in bacche rosse.
Fu così che nacque l’agrifoglio che da allora è una delle piante che per tradizione rappresenta  il Natale!




sabato 2 dicembre 2017

Tradizioni palermitane per Santa Lucia

Santa Lucia
Santa Lucia,anche se le sue origini sono siracusane ed è patrona di Siracusa, occupa un posto speciale nel cuore dei palermitani, che il 13 dicembre, giorno della sua festa si astengono dal mangiare pane e pasta. Questo per ricordare il miracolo della Santa, che salvò la popolazione palermitana dalla carestia nel 1646, facendo arrivare nel porto proprio quel giorno un bastimento carico di grano. La gente, che per tanto tempo aveva sofferto la fame, non aspettò di macinare il grano per farne pane e pasta, ma lo bollì per sfamarsi in minor tempo, aggiungendo solo un filo d’olio, creando così la cuccìa. Chiamata così da “coccio” cioè chicco di grano. Col tempo la fantasia dei palermitani trasformò quella che doveva essere la rinuncia a mangiare pane e pasta, in un  giorno ricco di delizie. Non certo una penitenza, poiché risotti, panelle, timballi, crocchè e arancine sono i protagonisti di una giornata all’insegna della golosità.

Come si fa la cuccia?

La cuccia è il grano cotto e poi condito secondo i propri gusti, con crema di latte, chiamata anche “biancomangiare”, oppure con la crema di ricotta.  In tutti e due i casi con aggiunta di cioccolato, zuccata, cannella. Questa pietanza, come altre, nasce all’interno dei monasteri e l’usanza vuole che venga offerta a parenti, amici e vicini di casa.
Il nome cuccia viene da “cocciu” che in siciliano vuol dire chicco.
Per la preparazione, occorre mettere a bagno il grano in acqua fredda per due giorni,
i giorno prima della festa, lavare il grano in acqua corrente e metteterlo a cuocere in una pentola con acqua e un po’ di sale. Far cuocere per circa due ore, scolate l’acqua in eccesso, coprite e lasciate raffreddare.

Si condirà con una delle due creme precedentemente citate, disposta in ciotoline e guarnita con scaglie di cioccolato, cubetti di zuccata, praline di zucchero colorato.


E passiamo alle arancine: condividerò a breve la mia ricetta, le dosi e il procedimento.
Vi avverto che non rispetta il classico procedimento, ma io ho ereditato dalla nonna questa ricetta è così le continuo a preparare.😋



Ingredienti :
Kg 1 di riso, g. 100 di burro, g. 100 caciocavallo grattugiato,4 uova intere, g. 500 carne tritata a ragù g. 300 piselli, g. 200 formaggio tipo caciotta o provoletta, 2 uova sode.

Procedimento: Bollire il riso, scolarlo ed aggiungere il burro finché è caldo, unire anche qualche mestolo di sugo per dare colore e il caciocavallo. Lasciarlo intiepidire e unire le uova.
Intanto ho preparato la carne tritata a ragù alla quale ho aggiunto i piselli. 
A parte triturare il formaggio e le uova sode. Mettere nel palmo della mano una piccola quantità di riso, dentro mettere un po' di carne e un po' di formaggio e uova, un altro po' di riso e chiudere. Fate le "palline" passarle al pangrattato e friggere in olio d'oliva ben caldo. ( io le metto in friggitrice)

lunedì 13 novembre 2017

Dall'oliva all'olio!

È tempo di olio ed i bambini spesso vedono certa pubblicità fuorviante. 




È bene invece conoscere tutte le fasi che portano ad avere un buon olio extravergine d'oliva, dai frutti della nostra terra.
Dopo averle coltivate, bisogna raccogliere le olive dalle piante. Qua in Sicilia, si procede così
Ecco un bell'albero carico. Si stendono sotto delle "tenne"



Il raccoglitore usa un attrezzo chiamato "pettine scuotitore " e scuotendo con delicatezza tra i rami, le olive vengono giù sulle "tenne".
Fino a qualche tempo fa il pettine era manuale.

Piccoli raccoglitori volontari vogliono sperimentare.😉
Una volta raccolte, le olive si portano al frantoio.



Pesate.

E comincia il "viaggio" tra i macchinari.
Sollevate e versate in un grande imbuto

Passano attraverso nastri trasportatori e vengono lavate







Scompaiono adesso alla nostra vista, perché passano alle macine che le schiacceranno e tritureranno.
Adesso per un'ora circa la polpa sarà lavorata.

Altre macchine entrano in azione. 
Questa separa l'olio dall'acqua.

Ecco finalmente apparire l'olio.



I noccioli schiacciati sono la sansa


Trasportata su un camion, anch'essa potrà essere utilizzata, come olio di sansa o come combustibile.
L'olio è pronto di un bel verde brillante.


Chi ne ha voglia, può assaggiarlo subito su una bella fetta di pane casereccio oppure sulla verdura. 


Chi non vorrà sentire il leggero "pizzicare" lo lascerà riposare per un po'.












giovedì 9 novembre 2017

L'estate di San Martino


Martino, figlio di un tribuno romano, nacque fra il 315 e 317. Suo padre gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. All'età di 15 anni fu arruolato nella guardia imperiale, come prevedeva la legge romana, che lo obbligava a entrare nell' esercito come suo padre. A scuola Martino prese i primi contatti con i cristiani e, all'insaputa dei genitori, si fece catecumeno e si fece battezzare, diventando cristiano. 
Ci sono numerose leggende, la più famosa è quella in cui, mentre era ancora soldato, in una fredda giornata d’autunno, mentre sul suo cavallo percorreva una strada  della città francese di Amiens, dove viveva, Martino vide un povero vecchio, mezzo nudo e infreddolito. Preso da pietà sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero per coprirsi e scaldarsi. Subito il sole spuntò nel cielo proprio come in una calda giornata estiva. Per questo si chiama “estate di S. Martino” quel periodo di circa tre giorni in  novembre in cui spesso la temperatura è più mite.


mercoledì 25 ottobre 2017

Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza




Racconto per ragazzi di Luis Sepúlveda, ancora più famoso in Italia per "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", uno dei libri più letti negli ultimi anni.
Con la classe IV A della Scuola Tomaselli, in seno all'iniziativa Libriamoci". parleremo del racconto :" Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza". 
Lo scrittore lo dedicò ai suoi nipoti, che gli avevano posto la fatidica domanda: " Perché è così lenta la lumaca?"
Credo che in sintesi abbia voluto dedicarlo a tutti i bambini "curiosi"😉




Il calicanto

La bocca di leone




Attività preparatorie...

Dopo la lettura del terzo capitolo, costruiremo insieme un segnalibro.



Eccoci: il momento della lettura!



I bambini ascoltano attenti ed interessati, mostrando grande desiderio di conoscere le avventure della protagonista.


Il momento dell'attività: si incolla e si colora con accuratezza e precisione.





Lavoro finito!👏🏻👏🏻👏🏻




È stato un bel momento, qualcuno pensava anche che il capitolo non fosse finito: buon segno! 😉 Quando il tempo vola, vuol dire che l'attività è stata gradevole!
Grazie bambini per la vostra partecipazione e grazie maestra Giusi per avermi coinvolto! 😊












giovedì 19 ottobre 2017

A proposito di Libriamoci, vi consiglio Cipì

In ottobre, tra il 23 e il 28, parte il progetto "Libriamoci: giornate di lettura nelle scuole". Continuerà durante tutto l'anno scolastico per concludersi in maggio, con la manifestazione finale "Il maggio dei libri"
Vi propongo la lettura del libro di Mario Lodi "Cipì" adatto a piccoli scolari di seconda classe.
Ho preparato un apparato didattico: una scheda per ogni capitolo.
Ciascun bambino costruirà il suo quaderno.
Noi lo realizzammo utilizzando un quadernone dove incollare le schede in fotocopia, ogni bambino rispondendo alle domande, di fatto svolgeva un riassunto del capitolo ed infine lo illustrava in modo personale. Un successo!
Buon lavoro!